LA LOCANDIERA - A LONG PLAY
Con La locandiera, nel 1752, Goldoni firma un manifesto di rivoluzione teatrale e con esso una
delle più fortunate commedie nella storia del teatro, attestandone un ruolo decisivo
nell’immaginario della nostra cultura.
Su Mirandolina è stato detto e realizzato molto, e numerose e celebri ne sono state, e tuttora ne
sono, le interpreti e le chiavi di interpretazione. Tutta la nostra attenzione si è concentrata su di lei,
tesa a cogliere, tra la vivacità, la forza e l’intelligenza del suo personaggio, la posta in gioco:
«MIRANDOLINA: sperar di mettere al coperto il mio interesse e la mia reputazione, senza
pregiudicare alla mia libertà».
«CAVALIERE: Non potreste per un poco lasciar di stirare? /MIRANDOLINA: Oh perdoni! Mi
preme allestire questa biancheria per domani. / CAVALIERE: Vi preme dunque quella biancheria
più di me? / MIRANDOLINA: Sicuro. (Stirando) […] Perché di questa biancheria me ne ho da
servire, e di lei non posso far capitale di niente […]» .
In un mondo in cui si sta assistendo all’affermazione della nuova classe borghese, che mette al
centro del suo sistema di valori il lavoro, c’è ancora spazio per l’amore e per la passione? E di che
tipo di amore stiamo parlando?
La commedia brulica di topoi appartenenti all’era dell’amor cortese: quell’idea di amore non appare
più così credibile, ma quasi ridicola, arrivando persino a diventar macchia di se stessa a tratti, nel
medesimo modo in cui i personaggi intorno a Mirandolina si configurano come caricature di
un’epoca che ormai sta scomparendo. Mirandolina si trova, pertanto, nella condizione vertiginosa di
chi, per adeguare il passo al cambiamento del mondo in cui vuole vivere, dovrebbe lasciare indietro
un mondo altrettanto grande. Si consuma un'incompatibilità, l’impossibilità di integrare due sistemi
di valori in transizione opposta; emerge, allora, una necessaria esigenza di riposizionamento: che
senso resta, che ruolo rimane per l’amore, con cui pure ci si trova a fare i conti?
Quello che Goldoni ci presenta come la descrizione di un gioco di seduzione sembra, dunque,
suggerire molto di più: una crisi individuale – «vedo in pericolo la mia riputazione e la mia vita
medesima» – che suona come il riverbero di un mondo che sta perdendo il suo equilibrio e che è
prossimo al collasso. E se Mirandolina si fosse innamorata davvero del cavaliere misogino che
seduce per sfida? A che cosa avrebbe dovuto rinunciare per seguire il suo sentimento e deviare dalla
strada per lei già tracciata? Quali conseguenze avrebbe avuto per i simboli in gioco – le classi
sociali, le questioni di genere, la storia stessa della convenzione teatrale – rompere lo schema della
commedia?
Ne “La locandiera – A long play” Mirandolina racconta la sua storia prendendo in prestito le
canzoni d’amore della tradizione cantautorale italiana, rivisitate in chiave contemporanea e
innestate, senza soluzione di continuità, nella drammaturgia goldoniana. Un viaggio nella musica e
nelle parole che trasfigura il testo di Goldoni, esacerbando le dinamiche sentimentali della
commedia e mettendone in evidenza il cortocircuito di fondo.
Paolo Bignamini dirige, in questo inedito percorso, un trio musicale di eccellenza: la cantautrice
Mille (Premio della Critica Musicultura 2021) e il duo La Scapigliatura (Targa Tenco nel 2015
come migliore opera prima). La drammaturgia è a cura di Giulia Asselta (Premio Giovanni Testori
2023).