Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo

CITTÀ INVISIBILI

CITTÀ INVISIBILI - Immagine: 1
compagnia: Teatro Blu
di: Silvia Priori
tratto da: "Le città invisibili" di Italo Calvino
drammaturgia: Silvia Priori
cast: Fabrizio Cadonà e Shinya Murayama
regia: Silvia Priori
coreografia: Silvia Priori
in collaborazione: Università degli Studi dell' insubria di varese
durata: 60 minuti
CITTÀ INVISIBILI
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Scheda tecnica

Uno spettacolo surreale, onirico, fantasioso
UN MIX DI TEATRO, ARTI CIRCENSI, MUSICA E IMMAGINI MULTIMEDIALI

“All’ inizio è solo un impulso – afferma Silvia Priori autrice e regista dello spettacolo - poi diventa
un’immagine che balena nella mente, poi si traduce in colore, luce, movimento, esce dal pensiero, si
cala su una tela e poi vola in un corpo e diventa intenzione, suono, parola. E come per magia dall’
impulso nasce una storia pervasa di sensazioni, un viaggio nel surreale, nella memoria, nel
desiderio, nel sogno. Nasce “Città invisibili” per onorare un genio della letteratura mondiale: Italo
Calvino. “

L’ IDEA
L’ idea dello spettacolo nasce nel 2020, in pieno lookdown, quando il mondo si era fermato. I teatri
furono i primi luoghi a chiudere e così Silvia decide di iniziare a dipingere… e sceglie uno dei testi
che più le erano rimasti nella memoria: Le Città invisibili di Italo Calvino. Ogni giorno si dedica allo
studio di quelle città, rimane affascinata dal paesaggio onirico e surreale che solo Calvino è capace
di descrivere e decide di trasferire su tela, legno, cartone… le sensazioni mirabili di quelle pagine
capaci di aprire un immaginario lieve e fantasioso.
Nasce così l’idea di creare uno spettacolo partendo proprio da quei disegni composti nel giardino di
casa, nel silenzio delle strade e dei cancelli.
LA TRAMA
E’ la storia di un viaggio alla ricerca della città perfetta.
Marco Polo, esploratore veneziano che nel XIII secolo giunge nell’estremo oriente attraversando lo
sconosciuto mondo delle terre dell’Asia arriva al cospetto di Kublai Khan, imperatore del regno dei
Tartari che chiede a Marco di raccontargli del suo lungo viaggio e delle città che ha visitato. Marco
Polo, inizia il suo racconto descrivendo le sensazioni che ogni città, con i suoi profumi, colori, sapori
e rumori, suscitano. Un lungo viaggio, un lungo racconto attraverso un fantasioso meccanismo che
gioca artificialmente con le possibili combinazioni della complessità e del disordine della realtà. Un
viaggio alla ricerca della città ideale in cui godere la vita e fuggire gli affanni, una città del desiderio
e del suo immediato appagamento.
Ma la città perfetta? Esiste? Dov’è? Com’è?
Marco Polo non lo sa con certezza: “ma se ce n’è una è qui, dentro di noi! Non so come sia, io me la
immagino come un giardino fiorito in cui ognuno di noi può sentirsi bene con se stesso e con gli
altri.”
Un invito alla pace.
Un invito a trovare dentro l’anima un luogo silenzioso, sereno, uno spazio in cui ritrovare sé stessi e
accogliere l’ altro.
Le città sono allegorie della condizione umana sempre più complessa ed elaborata in un equilibrio
instabile tra una Gerusalemme perfetta, la città che ognuno di noi cerca, letteralmente utopica, cioè
un non luogo, verso cui si tende senza mai afferrarla e la città del caos, la Babilonia che rappresenta
la condizione di inesorabile incomunicabilità.
Ma queste città sono anche sogni, come dice Marco Polo:
“tutto l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un
desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure,
anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni
cosa ne nasconde un'altra”
La realtà perde la sua concretezza e diventa fluida e puramente mentale, si realizza nella fantasia. Le
città diventano simbolo della condizione umana.
Le città descritte sono poetiche, fantasiose, avveniristiche e antiche allo stesso tempo, magiche,
incantate, fuori dal tempo e dello spazio, volutamente immaginarie. Non sono semplici città. La
descrizione di ognuna di esse porta anche spunti di riflessione su diversi temi: la memoria, la
conservazione, l’ingegno degli uomini e la loro follia, il legame con i desideri, la morte, i segni, i
nomi, il cielo, il caos che caratterizza la realtà. Il nostro quotidiano è un disordinato insieme di
incontri, persone, situazioni, problemi che non fanno che distrarci e disorientarci.Marco Polo cerca di dare un ordine a questo caotico succedersi di città e scenari diversi cercando di
creare un ordine nella sua mente e con la sua fantasia. E poi c’ è il sogno, le capacità
dell’immaginario di figurarsi panorami inesistenti in cui nascondersi o in cui trovare un posto e
riposare.

E così ci accorgiamo che un viaggio nella città della memoria o della fantasia è valido quanto un
viaggio in un luogo reale.

In groviglio spaventoso che è il mondo in cui viviamo che possibilità abbiamo di viverci dentro?
“L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che
abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo
riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo
è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in
mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”

Calendario eventi
04.08.2023
21:00
29.07.2023
18:00
28.07.2023
21:00
26.07.2023
21:00