Laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo

GAVROCHE

GAVROCHE - Immagine: 1
compagnia: servomutoTeatro
tratto da: “I Miserabili” di Victor Hugo
drammaturgia: Michele Mariniello
cast: Marco Rizzo, Erica Meucci
regia: Michele Mariniello
in coproduzione: Vincitore Theatrical Mass 2022 di Campo Teatrale (MI)
in collaborazione: Teatri d’Imbarco, Teatro della Limonaia
durata: 65 minuti
GAVROCHE
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Scheda tecnica

Il piccolo Gavroche, monello di strada e piccolo rivoluzionario rompe la “linea del male” con la sua famiglia di malavitosi. Con allegria, in un’esplosione di vita, rompe anche con una scuola che lo ingabbia, che affligge ogni periferia o bassofondo, con la catena degli obblighi e delle attese altrui. Le petit Gavroche di Hugo che moriva sulle barricate, nei moti parigini del 1832, ballando tra le fucilate, incarnava la tematica della libertà di un bambino scanzonato che vive alla giornata, e allo stesso tempo quella della morte nella rivoluzione. Il nostro Gavroche parte dalla rilettura di questa tematica dove la rivoluzione è cambiamento umano, dove la morte irrisoria, somiglia all’estinzione di quel generoso monello che è la nostra vocazione, avvenuta in tutti noi quando abbiamo capito che davanti alle barricate ci si fa male e ci siamo rintanati dietro di esse: dietro all’età adulta, ai doveri attesi dagli altri, alla paura competitiva ed egoista che qualcun altro ci sopravanzi; nessuno può essere rivoluzionario così. Il nostro Gavroche a inizio spettacolo non è un bambino, è un adulto, dei giorni nostri. Lo troviamo nel suo ufficetto, un lento trascorrere di tempo scaduto, vuoto, frenetico e sempre uguale che non può che culminare in un burnout. Proprio in quel momento riappare la sua anima, o meglio la sua vocazione, una creatura silenziosa, dalla pelle blu, smarrita ormai da tempo. Sì, ma quando? E perché? Gavroche riavvolge il nastro e ripercorre tutta la sua vita, un viaggio di riconnessione interiore con i suoi sogni e il suo io bambino, alla ricerca di quel momento di smarrimento. Da lì bisogna ripartire. Un atto rivoluzionario di ricerca di sé stessi in cui chiunque si può specchiare, con la consapevolezza che non è mai troppo tardi.