DENTRO UN GUSCIO DI NOCE
Lo spettacolo narra di alcuni ragazzi prigionieri nella cittadina fortezza di Terezìn, trasformata dai nazisti in un campo di concentramento per gli ebrei deportati da Praga ed altre città dell’Est europeo, luogo di transito verso la destinazione finale dei campi di sterminio. Durante la loro permanenza, trovano il modo di scrivere e distribuire un giornale fra i propri coetanei, raccogliendo storie e fatti della vita dentro il campo e riproponendoli in racconti, poesie e disegni che - grazie al loro coraggio nel nascondere le copie del giornale prima di essere deportati - sono giunti fino a noi e tuttora conservati nel Museo di Terezìn, nell’attuale Repubblica Ceca. Una drammatica ed intensa vicenda ispirata da alcuni passi del libro di Matteo Corradini, ebraista e scrittore, che alle vicende di Terezìn ha dedicato anni di ricerche e studi. Ma “Dentro un guscio di noce” non è soltanto un doveroso omaggio alla memoria di quei giovani deportati, vuole essere anche uno stimolo alla riflessione su tematiche ancora attuali ed urgenti. L’episodio centrale racconta infatti delle menzogne, create ad arte dal regime nazista, per ingannare l’opinione pubblica europea sulla sorte degli ebrei. Per questo motivo la città di Terezin venne trasformata in set cinematografico, abbellita e resa vivibile ed accogliente al solo scopo di propaganda. Anche i ragazzi vennero vestiti a nuovo e accuditi con ricche merende e giochi in libertà. Una parentesi surreale che durò lo stretto tempo necessario alle riprese, per poi distruggere tutto e ritornare allo squallore ed alla crudeltà quotidiane. Un esempio significativo, secondo noi, di come i media possono essere manipolati per orientare la pubblica opinione, una sorta di fake news ante litteram che ci fa riflettere su rischi ancora tristemente attuali. Come difenderci, come verificare la realtà e la verità dei fatti? Forse la risposta ci viene proprio dal coraggio dei ragazzi di Terezin che rischiavano la vita per pubblicare il loro giornale, verificando di persona le fonti delle notizie raccolte ed esponendosi per i propri lettori, sia pur clandestinamente, ispirati da solidi principi di libertà ed uguaglianza e dal bisogno di verità. Fabio Comana è il fondatore di Erbamil. Lavora nello spettacolo del 1980, prima come sceneggiatore di alcuni film di Bruno Bozzetto (Spider, Sandwich, Sotto il ristorante cinese) e poi nel teatro, a seguito di esperienze formative internazionali, con Pierre Byland e il Theatre de Complicité di Simon Mc Burney e Marcello Magni, che lo portarono a fondare la compagnia nel 1988. Finalista al Premio Scenario nel 1991, Erbamil si è fatta conoscere a livello nazionale con diversi spettacoli dove ironia e una comicità garbata e mai volgare si sposano con tematiche di impegno civile ed ambientale. Ricordiamo, fra le sue numerose regie ed interpretazioni: “Vuoti a rendere”, “Calzette Rosse”, “Decibel”, “Animali”, “Synphonia”, “Amare Acque Dolci” per Erbamil ma anche “Cappuccetto rosso e il lupo solitario” e “Il principe felice e la rondine d’inverno” per Coltelleria Einstein e “L’appeso” con Roberto Corona. Simone e Thomas Pagani, poliedrici musicisti, il primo impegnato come bassista dei “Pinguini Tattici Nucleari”, il secondo raffinato cultore della chitarra, in duo con la giovane cantautrice Claudia Buzzetti nonché insegnante al Centro Didattico Produzione Musica, suonano insieme da diversi anni, fondando gruppi come i Revolver, specializzati nel repertorio dei Beatles o il Carmina Trio per il jazz, con il batterista internazionale Gionata Giardina. Per questa loro naturale curiosità e disponibilità ad esperienze diverse, hanno accettato con entusiasmo la proposta di Fabio di partecipare allo spettacolo in veste di attori e non solamente di musicisti accompagnatori. La loro bravura tecnica e sensibilità interpretativa hanno contribuito alla creazione dello spettacolo, fin dalle prime fasi, con composizioni originali o personalissime rielaborazioni di brani noti.